Se si prende in considerazione la musica dal punto di vista scientifico, ci si accorge che fa reagire il nostro cervello in molti modi differenti, in base a ciò che stiamo facendo in quel momento o a come ci sentiamo.
Su questo argomento sono stati fatti degli studi seri, seguiti da varie Università, enti o istituzioni ed è proprio su questi studi che verte il nostro articolo, riportandovi le ultime 5 scoperte scientifiche riguardanti appunto la musica e i suoi effetti su di noi.
L’Università di Oxford ha scoperto che c’è una correlazione tra il sapore del cibo e la musica, dove quest’ultima, può influenzare il gusto che percepiamo, un po’ come avviene a livello olfattivo e visivo davanti a una qualunque pietanza.
Quando ha suoni bassi, il sapore avvertito sembra essere amaro, a differenza di quelli acuti che fanno percepire il cibo molto dolce.
Questa scoperta è molto interessante per molte aziende che lavorano nel settore relativo al confezionamento del cibo; cercando di riprodurre un suono per l’apertura della confezione che risulti “croccante”, facendone apparire il contenuto, più fresco e invitante.
Secondo uno studio dell’Università internazionale della Florida, si è scoperto che aiuta a mantenere la concentrazione in quello che si sta facendo, o meglio, non comporta alcuna diminuzione dell’attenzione. Hanno esaminato degli studenti intenti a praticare esercizi di meditazione e altri assorti nell’ascolto delle loro band preferite e il risultato è stato appunto che non hanno notato differenza di concentrazione tra i due casi di studio.
Pensandoci bene, lo stesso Spotify, ogni giorno ci suggerisce delle playlist in base a quello che facciamo, si tratti di sport, lo studio o il rientro in ufficio, confermando che c’è una tipologia di suoni adatta per ogni situazione in cui ci troviamo.
Questa potrebbe essere una ricerca da sottoporre al proprio datore di lavoro, insegnante o collega, che magari di fronte all’ascolto della musica durante le ore lavorative o durante le lezioni in aula, storce il naso, non ritenendola una cosa adatta al momento.
Spotify ha lanciato un sondaggio ai propri utenti dove il 40% degli intervistati ha detto che durante il rapporto sessuale la musica è più eccitante addirittura del proprio compagno, confermando che c’è una correlazione stretta tra musica, seduzione e amore, constatato il fatto che la musica e l’eccitazione, lanciano impulsi al nostro cervello equivalenti a quelli che provoca il cibo, la droga e il sesso stesso.
Spotify infatti, ha ben pensato di dedicare una playlist al sesso dal nome “Songs That Are Considered Better Than Sex” (canzoni considerate migliori del sesso), dove al primo posto troviamo la canzone Bohemian Rhapsody dei Queen!!
Uno studio condotto dall’Università della California, ha stabilito che il rock’n’roll ha le stesse identiche caratteristiche musicali dei suoni che producono gli animali quando sono in condizioni di difficoltà, feriti e intenti a chiedere aiuto.
L’essere umano, durante il suo percorso evolutivo, è stato in grado di estendere, quindi sviluppare, l’abilità di associare la richiesta d’aiuto alla pancia sazia, di conseguenza, la musica rock attira l’attenzione dell’uomo e lo eccita.
Questa volta, lo studio è stato effettuato dal Consiglio Nazionale per la Ricerca Spagnolo che, ahimè per gli appassionati del genere, ha decretato la monotonia e la chiassosità della musica Pop.
Questo perché al giorno d’oggi, le canzoni vengono incise a un volume decisamente più alto rispetto a quello che succedeva anni fa, di conseguenza, secondo questi ricercatori, significa che la musica pop è più monotona. Questo genere, oggi, contiene minori variazioni di note e melodie, a differenza dei pezzi di 50 anni fa.